Come molte altre malattie, l’AOP (Arteriopatia Obliterante Periferica) è asintomatica nel 40% dei casi e sintomatica solo nel 10% dei casi.
Nel caso delle donne poi, la percentuale dei casi asintomatici aumenta ancor di più, presentando, oltretutto, sintomi atipici che spesso ritardano l’identificazione dell’AOP.
I principali fattori di rischio identificati per l’AOP (vecchiaia, diabete mellito, fumo e ipertensione) sono gli stessi per uomini e donne, ma non hanno necessariamente un impatto uguale. Le donne che fumano, ad esempio, hanno un rischio fino a 20 volte maggiore per la malattia rispetto alle donne che non hanno mai fumato.
Vi sono, tuttavia, specifiche riguardanti la comorbilità con altre problematiche cardiovascolari nelle donne. Vale a dire, la diagnosi preventiva di malattia coronarica, infarto del miocardio, ictus o attacchi ischemici transitori sono indicativi di possibile AOP.
Se uniamo tutto questo a una presentazione asintomatica, ne esce una maggiore possibilità di mancata diagnosi e trattamento ritardato.
Le donne spesso non ricevono nemmeno una diagnosi, nonostante la semplicità e il basso costo di alcuni metodi diagnostici.
Come viene diagnosticata l’AOP nelle donne?
Esistono diversi metodi per diagnosticare l’AOP, alcuni più appropriati e che variano in precisione ed affidabilità. Il più preciso e affidabile è l’angiografia, che vanta un rilevamento molto elevato (tra l’89% e il 100%) e la specificità (tra il 92% e il 100%), ma è troppo costoso per lo screening generale e richiede attrezzature specializzate.
Ne consegue che molti pazienti non ricevono un trattamento adeguato. Gli studi hanno scoperto che i pazienti con solo AOP avevano meno probabilità di ricevere un trattamento con statine, ACE-inibitori o agenti antipiastrinici rispetto a quelli con AOP e CAD.
In quei casi, le donne avevano persino meno probabilità degli uomini di ricevere quei farmaci. La situazione non è migliore anche in caso di AOP più grave poiché le donne che si sottopongono a rivascolarizzazione degli arti inferiori sono generalmente più anziane e hanno una malattia più grave rispetto agli uomini.
Le donne, specialmente quelle più anziane, sono maggiormente esposte al rischio di morbilità e mortalità correlate all’AOP a causa della natura frequentemente asintomatica della malattia e di conseguenza della ritardata diagnosi. Le possibili soluzioni sono un aumento dello screening dei pazienti anziani, in particolare quelli dei gruppi a rischio, il trattamento aggressivo e la modifica del fattore di rischio nei pazienti con diagnosi positiva.
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