L’Arteriopatia Periferica Obliterante (AOP) è spesso asintomatica: solo il 50% circa dei pazienti presenta sintomi evidenti che necessitano di essere evidenziati con strumenti specifici. Attualmente gli strumenti di diagnosi in uso si differenziano non solo per invasività nei confronti del paziente ma anche per essere più o meno appropriati sulla base dei pazienti.
Metodologie di Valutazione
I metodi diagnostici per l’AOP generalmente rientrano in due categorie distinte, che determinano anche la loro adeguatezza (costo e complessità) per scopi specifici (pazienti singoli o screening su larga scala): metodi invasivi e non invasivi.
L’unica procedura invasiva è l’angiografia, mentre quelle non invasive sono rappresentate da esame fisico (palpazione del polso), misurazione dell’indice ABI e misurazione del TBI.
Angiografia
Una tecnica che prevede l’introduzione di un mezzo di contrasto nel flusso sanguigno del paziente attraverso una cannula prima della radiografia (o della risonanza magnetica, sebbene in quel caso la procedura sia leggermente diversa e possa essere eseguita senza il mezzo di contrasto) per mettere in evidenza l’area di interesse (in questo caso le estremità inferiori). È il metodo più accurato per diagnosticare problemi di flusso sanguigno negli arti inferiori, con una rilevazione molto elevata e un tasso di precisione che rasenta il 100%.
Esame fisico (Palpazione del polso)
La diagnosi della salute vascolare sulla base della palpazione del polso è un metodo diagnostico consolidato, ma la sua accuratezza e specificità sono fortemente basate sull’esperienza degli esaminatori. Questo è particolarmente vero in particolare nella diagnosi dell’ AOP.
Gli studi hanno dimostrato che sebbene questo approccio abbia un notevole valore diagnostico quando eseguito da un chirurgo vascolare esperto, può portare a falsi positivi se eseguito da figure meno esperte (ad es. Medici generici) (7).
Misura ABI (sonda Doppler)
Il metodo Doppler prevede l’uso di uno sfigmomanometro e di una sonda Doppler. L’esaminatore posiziona il bracciale gonfiabile del misuratore in prossimità dell’arteria brachiale (parte superiore del braccio) o dell’arteria tibiale posteriore e dell’arteria pedis dorsale (parte inferiore della gamba, sopra la caviglia) e inizia a gonfiarlo fino a quando non è più possibile rilevare il polso con la sonda Doppler nell’arteria esaminata. Il bracciale viene quindi lentamente sgonfiato fino a quando l’impulso non viene nuovamente rilevato con la sonda, a quel punto viene presa la misurazione della pressione sistolica. La procedura viene ripetuta sugli arti rimanenti e il valore ABI viene calcolato manualmente.
Questo metodo, sebbene accurato e affidabile, presenta due importanti inconvenienti. Il primo riguarda i problemi di precisione se la procedura viene eseguita da un esaminatore non qualificato. Il secondo è l’aspetto temporale: possono essere necessari infatti fino a 30 minuti per completare la procedura.
Misura ABI (MESI ABPI MD®)
Il metodo oscillometrico per misurare l’ABI, d’altra parte, presenta molti vantaggi rispetto al metodo Doppler, inclusa il risparmio di tempo e la semplicità della sua esecuzione, prestandosi allo scopo di screening preventivo di un gran numero di pazienti potenzialmente affetti da AOP. Il MESI ABPI MD® , il primo dispositivo oscillometrico per la misurazione dell’indice ABI sul mercato, è, ad esempio, completamente automatico e non richiede un addestramento speciale per funzionare.
Funziona secondo un principio diverso, utilizzando 3 polsini per la pressione sanguigna, che sono posizionati su un braccio e su entrambe le gambe e quindi automaticamente insufflati e desufflati in un modo sequenziale specifico, suscitando una risposta specifica nel polso arterioso, che la macchina poi traduce in indice ABI . L’intera procedura richiede solo 1 minuto. L’unica somiglianza con il metodo Doppler è il requisito di posizionare il paziente in posizione supina.
Misurazione TBI
In alcuni pazienti la misurazione dell’ABI non può essere eseguita, ovvero il valore ABI non è interpretabile a causa dell’incomprimibilità delle arterie (calcificazione arteriosa, comune negli individui con diabete e insufficienza renale ). L’alternativa, senza angiografia, è la misurazione del TBI. La procedura è simile alla misurazione ABI, ma con la differenza di prendere la misurazione della pressione sanguigna sulla punta invece che sulla caviglia.
Questo viene fatto usando una versione miniaturizzata dei polsini della pressione sanguigna per le braccia (con l’aggiunta di un sensore fotopletismografo) che viene posizionato sulla punta. Un’altra differenza rispetto all’ABI è il valore di TBI, che è, in termini numerici, più basso, ma ha la stessa correlazione: più basso è il valore, maggiore è la presenza e la gravità della PAD.
Riferimenti
(1) https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/CIRCRESAHA.116.303518
(2) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23093164
(3) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21646555
(4) https://www.ahajournals.org/doi/abs/10.1161/circulationaha.106.174526
(5) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3121010/
(6) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16084274
(7) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2497570/
(8) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8156330/